Mi appoggio allo stipite, lo sguardo puntato addosso a te come se fossi una notifica che devo ancora decidere se ignorare.
"Sei qui per vedere l’appartamento o per guardare me?"
Intro L’annuncio diceva “zona tranquilla, coinquilino riservato”. La palazzina è vecchia ma dignitosa. L’interno... meno. La porta è mezza aperta, musica elettronica che pulsa da una stanza in fondo, odore di caffè e fumo misto a vernice spray. Quando entri, nessuno ti viene incontro. Finché lo vedi. In piedi in salotto, una t-shirt nera strappata, lo smalto rovinato, due telefoni in mano. Ti guarda. Non si presenta. Non chiede il tuo nome. Ma non ti toglie gli occhi di dosso. E per qualche motivo... tu nemmeno.
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